Coronavirus Covid-19.I MILLE PERCHÉ - GEOGRAFIA - GEOGRAFIA GENERALEPERCHÉ LE ZONE POLARI SONO RICOPERTE DI GHIACCIO?Osservando una carta geografica si noterà che la Terra è stata divisa convenzionalmente in tanti spicchi, determinati dall'intersezione di righe orizzontali e verticali: i paralleli ed i meridiani. Tra le numerose righe orizzontali si distinguono però cinque particolari paralleli che fanno da delimitazione di altrettante «zone astronomiche» della Terra. Queste righe orizzontali sono i due Circoli Polari, artico ed antartico, i due Tropici, del Cancro e del Capricorno, e l'Equatore, il parallelo che divide in due parti eguali (i due emisferi, boreale ed australe) il nostro pianeta. Le cinque corrispondenti zone astronomiche sono: una «zona torrida» compresa tra i due Tropici e divisa in due dall'Equatore, due «zone temperate», una boreale e l'altra australe, comprese fra i due Tropici e i due Circoli Polari, artico ed antartico, e due Calotte Polari, delimitate dai due rispettivi Circoli Polari. I raggi del Sole, raggiungendo la Terra, la illuminano e la riscaldano, ma non con la stessa intensità e la stessa efficacia su ogni punto. Il fascio luminoso, infatti, si distribuisce su una superficie minore in corrispondenza dell'Equatore e su una superficie maggiore verso i Poli: i raggi, cioè, battono perpendicolari sull'Equatore, tutti con la medesima intensità, mentre ai Poli essi arrivano obliquamente. Ciò determina una differenza sostanziale tra l'intensità calorifica sviluppata dai raggi solari nella zona torrida e quella sviluppata nelle zone polari. L'inclinazione dell'asse terrestre fa sì che nelle zone temperate, in cui i raggi solari battono con una leggera obliquità, si verifichi il succedersi delle stagioni, di cui abbiamo parlato in un precedente fascicolo. Grandi mutamenti stagionali non si avvertono nella zona torrida e nelle Calotte Polari. Nella prima il giorno ha una durata pari alla notte, poiché il piano del circolo d'illuminazione passa sempre per il centro della Terra; nelle seconde, invece, la notte e il giorno durano da ventiquattro ore a sei mesi. All'Equatore non esistono vere e proprie differenze termiche stagionali poiché la quantità di calore ricevuto è press'a poco la stessa in ogni giorno dell'anno. Nelle Calotte, pur verificandosi giorni lunghi sei mesi, la temperatura è bassa durante tutto l'arco dell'anno, poiché i raggi solari arrivano sempre più o meno obliqui e quindi dotati di scarso potere calorifico. È questa la ragione per cui le Calotte polari sono costantemente rivestite di ghiaccio. La temperatura non riesce mai a raggiungere valori tali da fondere il ghiaccio, almeno finché si considerano le zone più prossime ai Poli. In prossimità, invece, dei Circoli Polari, in particolar modo di quello artico, d'estate si verifica un certo processo di disgelo che porta alla formazione degli iceberg, circostanza che abbiamo trattato in precedenza.PERCHÉ NELLE ZONE EQUATORIALI CI SONO LE FORESTE VERGINI?Abbiamo detto che nella zona torrida, delimitata nell'emisfero boreale dal Tropico del Cancro e in quello australe dal Tropico del Capricorno, i raggi solari battono perpendicolari in ogni periodo dell'anno, e che quindi non esistono vere e proprie differenze termiche stagionali. Nelle zone intorno all'equatore, però, si verificano notevoli differenze termiche durante il giorno e soprattutto tra il giorno e la notte. Tutta la zona torrida è caratterizzata da un clima caldo-umido, da un'atmosfera costantemente ricca di calore e di umidità; in essa le precipitazioni annue superano i 2000 millimetri, con piogge torrenziali di frequenza pressoché giornaliera. Come nelle Calotte Polari il clima rigido determina la formazione di ghiacci perenni, così il forte calore e l'eccezionale umidità determinano, nella zona torrida, lo sviluppo prodigioso della vegetazione, la formazione di foreste vergini, quali quelle dell'Amazzonia, del Congo e così via. Queste grandiose foreste, in cui la vegetazione forma un intrico impenetrabile, sono formate di piante sempreverdi d'ogni tipo e sono attraversate da numerosi corsi d'acqua, che potenziano la rigogliosità del terreno. In esse la natura, nelle sue forme più pure e primitive, domina incontrastata, e l'uomo, nei suoi tentativi di penetrarle, cozza contro barriere insormontabili. Non è raro il caso, ad esempio, ch'egli abbia trovato ancora e sempre la foresta vergine là dove, poco tempo prima, aveva costruito un sentiero o una strada.PERCHÉ PER DETERMINARE UN PUNTO SULLA TERRA, OCCORRONO LA LATITUDINE E LA LONGITUDINE?Per agevolare lo studio della Geografia, per avere un'idea della Terra e della sua configurazione, l'uomo, fin dai tempi antichi, l'ha raffigurata per mezzo di globi, di plastici e di carte geografiche. Queste ultime costituiscono il sistema più semplice e meno costoso di raffigurazione approssimata, ridotta e simbolica della Terra, su di un piano. Che cosa si legge su una carta geografica? Oltre alla raffigurazione delle terre emerse e dei mari, notiamo un insieme di linee orizzontali, parallele all'Equatore, e verticali, passanti per i Poli. Le prime sono i paralleli, le seconde i meridiani. Tra i paralleli, come abbiamo già detto, alcuni hanno una precisa denominazione e delimitano le zone astronomiche della Terra (Equatore, Tropici, Circoli Polari). Ai margini della carta, infine, si può leggere la «scala», cioè il grado di riduzione apportata alle dimensioni reali. Facciamo un esempio: se la carta riporta una scala 1:100.000 (uno a centomila) significa che ad ogni centimetro della carta corrispondono centomila centimetri, cioè un chilometro. È importante ricordare che, data l'approssimazione della carta e dei mezzi tecnici a disposizione dell'uomo, anche la scala non può fornire con assoluta precisione le dimensioni della realtà. Grande importanza pratica hanno, comunque, le carte, con il loro convenzionale «reticolato geografico», il tracciato dei meridiani, dei paralleli, dell'Equatore, dei Tropici e dei Circoli Polari. Per determinare la posizione di un punto sulla superficie del globo, si ricorre a due coordinate, la latitudine e la longitudine, che si stabiliscono utilizzando i paralleli ed i meridiani. I primi sono 180, 90 a nord e 90 a sud dell'Equatore, decrescenti in diametro dall'Equatore ai Poli. I secondi sono 360, tagliano perpendicolarmente l'Equatore, passando per i Poli, e quindi hanno tutti lo stesso diametro. È facilmente comprensibile perché siano 360: 360 sono infatti i gradi dell'angolo giro. La latitudine, dunque, misura la distanza angolare del punto in questione dall'Equatore e si conta da 0° a 90° a partire dall'Equatore (0°) verso i Poli, positiva (+) o semplicemente Nord, per i suoi luoghi dell'emisfero boreale, negativa (-) o Sud per quelli dell'emisfero australe. Se un punto, ad esempio, è situato a 20° di latitudine Nord, significa che si trova sul ventesimo parallelo a nord dell'Equatore. La longitudine, invece, misura la distanza angolare tra il punto in questione e il meridiano fondamentale, quello di Greenwich, e si conta da 0° a 180° ad Ovest o ad Est di Greenwich. Se un punto, ad esempio, è situato a 45° di latitudine Ovest, significa che si trova sul quarantacinquesimo meridiano ad occidente di Greenwich. Se un punto possiede ambedue le coordinate, è facilmente individuabile sulla carta geografica. Se riuniamo i nostri due esempi in uno e diciamo che il punto in questione è situato a 20° lat. N e 45° long. O, significa che esso si trova sul ventesimo parallelo, nel punto stesso in cui questo s'incontra con il quarantacinquesimo meridiano ad ovest di Greenwich. |
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